I nostri amici cani e gatti possono andare incontro a una malattia definita con un acronimo inglese CKD (Chronic Kidney Disease). La malattia è caratterizzata da una perdita progressiva della funzionalità renale e può insorgere a qualsiasi età, ma la sua frequenza è particolarmente elevata negli anziani.
La dieta assume un’importanza fondamentale nel controllo della progressione di questa malattia, e si basa sostanzialmente sulla restrizione proteica, sul controllo di eventuali disbiosi intestinali, sul controllo del fosforo, del sodio, del potassio, e su un apporto adeguato di acidi grassi insaturi (omega-3) e di vitamine (A, B, C, E principalmente)
Esistono nel mercato del pet food innumerevoli diete formulate per la gestione alimentare della CKD. Come tutte le diete destinate al controllo delle patologie, è necessario che il paziente venga seguito in collaborazione fra medico curante e nutrizionista. Questo è maggiormente significativo nella malattia renale cronica, dove l’individuazione dei diversi “stadi” della patologia e il rilievo di importanti parametri del sangue e delle urine dei cani e dei gatti che ne sono affetti, permettono di correggere le cure mediche e gli apporti nutrizionali necessari che non sempre sono pienamente soddisfatti nel food commerciale.
La dieta casalinga è una alternativa che è possibile intraprendere, soprattutto nei cani e nei gatti che rifiutano o comunque non preferiscono il mangime commerciale o che soffrono contemporaneamente di intolleranze o allergie alimentari. Il passaggio da un cibo commerciale a una dieta casalinga può comunque non essere facile nel gatto (in genere il cane apprezza molto più facilmente), e il ricorso a strategie alternative potrebbe essere necessario.
Particolare attenzione nella gestione alimentare dei cani e (soprattutto) dei gatti affetti da malattia renale cronica, va posta nella valutazione dell’apporto proteico che, anche se è dimostrato che la restrizione della quota proteica sia una necessità, è altrettanto vero che la composizione degli aminoacidi delle proteine deve essere accuratamente valutata per non rischiare una malnutrizione proteica dovuta principalmente all’impiego di fonti alimentari contenenti proteine di basso valore biologico.