Tutti sanno che una maggiore attività fisica comporta un maggior dispendio energetico e quindi la dieta deve essere adeguata per poter soddisfare questa particolare condizione richiesta dall’organismo. I cani che svolgono attività fisica “impegnativa” sono di diverse “classi” di specializzazione: si spazia dai cani impiegati dalle forze dell’ordine per la salvaguardia della sicurezza (cani da guardia, da ricerca stupefacenti o esplosivi) o i più famosi cani impiegati nella ricerca delle persone disperse (zone terremotate, zone di valanghe, zone boschive), fino ai cani impegnati nel traino delle slitte e ai cani “sportivi” in senso stretto (competizioni sempre tramite slitte, corsa, caccia, ecc..).
Quindi le condizioni di lavoro fisico sono estremamente diverse in ragione della specifica attività del cane e dalla condizione ambientale nella quale tale attività si svolge, perché è ovvio che un cane che “lavora” sulla neve avrà necessità diverse da un cane che svolge attività di guardia o di ricerca, come diverse sono le necessità per un cane impiegato in gare di brevissima durata (“sprint”) rispetto a quelle per un cane impiegato in gare di lunga durata (caccia, corsa di media e lunga percorrenza).
Senza poter entrare nel dettaglio (per i motivi sopra accennati) si possono comunque sottolineare alcuni aspetti peculiari dell’alimentazione del cane sportivo, completamente diversi da quelli dell’uomo. In linea generale la “fonte energetica” principale nel cane sportivo dovrà essere rappresentata da lipidi (contrariamente all’uomo che necessita maggiormente di fonti di carboidrati). L’impiego di diete ricche in grassi (principalmente fonti ricche di acidi grassi polinsaturi a lunga e media catena) migliora l’efficienza di ossidazione degli acidi grassi, favorisce il risparmio di glicogeno e riduce l’incidenza di rabdomiolisi, quest’ultima evenienza possibile e frequente con diete a prevalenza di cereali (carboidrati complessi) a causa di una maggiore produzione di acido lattico.
Anche le proteine risultano estremamente importanti nel cane sportivo e da lavoro (in primis per la logica attitudine del carnivoro nella sua peculiarità di utilizzo) in quanto il loro utilizzo in quote più elevate rispetto a quelle normalmente indicate nel fabbisogno minimo offre una protezione verso le possibili lesioni muscolari e tendinee. Ovviamente proteine di alto valore biologico e alta digeribilità (fonti di origine animale).
E i carboidrati? In questo caso sono relegati all’ultimo posto nella percentuale del fabbisogno. In ogni caso fonti da cereali come il riso, frumento, mais, sottoposti a indispensabile cottura possono essere parte della dieta in percentuali variabili a seconda del tipo di attività. In generale, piccole quantità di carboidrati facilmente disponibili possono essere somministrati alla fine dell’esercizio fisico (entro 30 minuti dall’impegno).
E la fibra? Sempre presente, ma in quantità non eccessive, a preservare il benessere intestinale (azione prebiotica).
Vitamine e minerali? Sicuramente un supplemento di vitamine con azione antiossidante è indicata (Vit. E e Vit. C) in ragione di un maggiore stress ossidativo prodotto dallo sforzo fisico.
Acqua? Importantissima la sua integrazione perché nel cane sportivo il suo fabbisogno aumenta tantissimo in ragione di una perdita aumentata nella respirazione (evaporazione per il mantenimento della temperatura corporea) e nella salivazione.
Altre cose si potrebbero dire (integratori, supplementi, gestione alimentare), ma la formulazione di una dieta dedicata al cane sportivo dipende dalla specifica attività e per altre particolari indicazioni (difficilmente generalizzabili) è indispensabile la valutazione caso per caso.